Come nasce un profumo: cos’è la piramide olfattiva?

La scelta di un profumo personale non è un’impresa facile: le composizioni olfattive, specie quelle realizzate in profumeria artistica, sono una successione di più materie prime complementari tra loro che vengono sapientemente abbinate dal profumiere per creare una fragranza le cui note si svilupperanno e cambieranno nel corso del tempo: appena spruzzato il profumo sperimenteremo per prime le note di testa, con il passare del tempo avvertiremo quelle di cuore e infine, dopo molte ore, sentiremo solo quelle di fondo, più persistenti.

È per comprendere più facilmente questa stratificazione che si ricorre alla piramide olfattiva, un metodo che ci aiuta a visualizzare la composizione di un profumo tenendo conto del grado di volatilità e persistenza delle sue componenti. Le materie prime utilizzate in una composizione olfattiva infatti hanno un diverso peso molecolare che le rende più o meno diffusive e le fa avvertire in momenti diversi, per questo si parla di note di testa, note di cuore e note di fondo.

Le note di testa

Sono le più leggere e volatili: si percepiscono immediatamente e donano la prima impressione del profumo. In questa fase troviamo spesso agrumi, piante aromatiche e spezie fresche come il bergamotto, la menta o il pepe rosa. Sono note luminose e frizzanti, ma tendono a svanire rapidamente.

Queste note donano freschezza alla composizione e aiutano l’essenza ad “alzarsi” dalla nostra pelle, ma sono anche le meno persistenti. 

Le note di cuore

Tra le note di cuore troviamo materie mediamente pesanti come i fiori, le spezie e i legni più leggeri: abbastanza diffusive e persistenti, tendono ad essere il centro della composizione e spesso ne caratterizzano la famiglia olfattiva.

Le note di fondo

Infine abbiamo le materie più pesanti, dense e collose come i legni, le resine, il cuoio o il tabacco vanno a costituire le note di fondo di una composizione, svolgendo un’azione fissante: poco diffusive e molto persistenti, queste materie prime rallentano l’evaporazione di una fragranza, “fissandola” e rendendola persistente.

È importante notare che possiamo parlare di piramide olfattiva solo per profumi realizzati in alcol: nelle composizioni in olio per esempio l’evaporazione avviene molto più lentamente, di conseguenza avvertiremo le varie essenze in modo molto più lineare e uniforme, anche perché l’olio è particolarmente affine alla pelle umana e vi rimane maggiormente ancorato.

Discorso a parte inoltre meritano le fragranze ambiente: in questo caso la piramide olfattiva non si applica perché nel comporre una profumazione per interni l’obiettivo principale è quello di realizzare un’essenza in grado di sprigionare un unico aroma costante, dunque si utilizzano pochi ingredienti, in genere due o tre note olfattive, per conferire linearità e omogeneità alla composizione.